Endoscopia digestiva, cure migliori e meno invasive per i pazienti

All'Ospedale di Chieti negli ultimi anni utilizzate tecniche sempre cure più sofisticate e meno invasive per i pazienti

A cura della Redazione
11/11/2012
Attualità
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Chieti - L’utilizzo di tecnologie sempre più sofisticate ed efficaci negli ultimi anni ha migliorato sensibilmente e reso meno invasivi i trattamenti nel campo dell’Endoscopia Digestiva, che nell’Ospedale di Chieti ha come punto di riferimento l’équipe guidata dal professor Matteo Neri.
Tra queste metodiche tecnologicamente all’avanguardia vi è la protesizzazione del tratto digestivo e bilio-pancreatico, che permette il ripristino della canalizzazione intestinale in un viscere altrimenti occluso. Si giovano di tale trattamento sia patologie maligne, inoperabili, sia patologie benigne, che altrimenti richiederebbero interventi chirurgici spesso in regime di urgenza. Va evidenziato che circa il 20% dei carcinomi al colon si manifesta con occlusione intestinale che richiede l'intervento chirurgico in urgenza. La maggioranza delle neoplasie delle vie biliari si manifesta con l'ittero improvviso.
Proprio sull’argomento si è tenuto ieri presso l'aula convegni del Centro Studi Scienze dell'Invecchiamento (CESI) un convegno dal titolo “La Protesizzazione in Endoscopia Digestiva, indicazioni tecniche nella patologia benigna e maligna”, organizzato dall’unità operativa di Endoscopia Digestiva dell’Ospedale “SS. Annunziata” e della Asl Lanciano Vasto Chieti, diretta dal professor Neri. Hanno partecipato i maggiori esperti italiani del settore.
«Lo scopo del corso - spiega Matteo Neri - è di diffondere indicazioni e tecniche mettendo a confronto operatori di estrazione medica, endoscopica e chirurgica. Sono stati pertanto coinvolti nella discussione tutti i colleghi delle endoscopie abruzzesi, nonché internisti, chirurghi, radiologi e oncologi i quali, attraverso il confronto multidisciplinare, cercheranno di favorire una sempre maggiore e uniforme applicazione della protesizzazione endoscopica, essenziale nel miglioramento della qualità della vita del paziente o nel favorirne la sopravvivenza laddove sussista una condizione di inoperabilità».

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