Confagricoltura Abruzzo, dopo aver effettuato un sondaggio con i propri associati, ha segnalato e richiesto lo stato di crisi a causa della perdurante siccità aggravata dalle alte temperature estive.
A renderlo noto è il vicepresidente regionale di Confagricoltura, Mauro Lovato, con una nota ufficiale indirizzata al vicepresidente della Giunta Regionale e assessore all'Agricoltura Emanuele Imprudente e alla direttrice del Dipartimento Agricoltura Elena Sico.
Gli agricoltori con terreni lungo la costa adriatica - spiega - e quelli sulle colline delle province di Chieti, Pescara e Teramo vedono già compromesse le produzioni orticole, viticole ed olivicole. Le nostre preoccupazioni, più che fondate, meritano attenzione politica regionale, nazionale ed europea. L'agricoltura nel periodo pandemico è stata l'attività che più si è sacrificata per garantire le produzioni e la sussistenza alimentare dei cittadini, ma allo stesso tempo le stesse aziende sono state quelle meno compensate da integrazioni al reddito. Il nostro grido d'allarme vuole orientare l'attenzione a prevedere la delimitazione delle aree colpite e dichiarare lo stato di calamità naturale in quanto i danni si stimano in oltre il 30%. Chiediamo, inoltre che vengano disposte quote aggiuntive di gasolio agricolo per non ricorrere all'approvvigionamento nei distributori con ulteriore aggravio di spese".
I tecnici di Confagricoltura informano che i danni al comparto vitivinicolo sono ingenti e già si stima una perdita di circa il 50% di produzione. Le elevate temperature stanno provocando maturazioni anticipate di 15/20 giorni rispetto alla media, le uve precoci che sono le più pregiate (Chardonney, Pinot Grigio, Shiraz, Pecorino e Passerina) perdono turgidità e peso e, soprattutto, qualità . Questo clima così anomalo provocherà danni enormi alla vegetazione che si ripercuoteranno anche per la prossima campagna agraria. Gli oliveti presentano una diminuzione di produzione superiore al 50%, le olive non crescono e produrranno poco olio di scarsissima qualità . A soffrire sono anche il comparto florovivaistico e quello orticolo dove sarà difficile impiantare gli ortaggi per le produzioni invernali.